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Sci di fondo

Kudos Petter Northug. Si ritira il fondista più completo della storia

Con il ritiro di Petter Northug chiude la propria attività agonistica uno dei più grandi fondisti di tutti i tempi. Di lui si comincia a parlare con entusiasmo già da teenager in virtù dei suoi successi ai Mondiali junior 2005, dove conquista due ori (skiathlon e 10 km) e due argenti (sprint e staffetta).
Nell’inverno 2005-’06 inizia a catalizzare attenzione mediatica. Ai campionati nazionali vince lo skiathlon, diventando il primo junior della storia a imporsi in una gara degli assoluti norvegesi. Non viene tuttavia convocato per le Olimpiadi di Torino, non senza polemiche, venendo dirottato nuovamente sulla manifestazione iridata juniores. Qui sbaraglia la concorrenza, mettendosi al collo tutte e quattro le medaglie d’oro messe in palio. A marzo ottiene poi il primo successo in Coppa del Mondo, conquistando lo skiathlon di Falun.
È nata una stella? Non ancora, perché nei successivi due inverni Northug non lascia il segno. Certo arrivano altre due vittorie e l’oro iridato nella staffetta di Sapporo, ma per l’esplosione vera e propria bisogna aspettare il 2008-’09. Ai Mondiali di Liberec arrivano 2 ori individuali (Skiathlon e 50 km mass start) a cui si aggiunge quello in staffetta.
Da qui inizia la sua epopea, che per anni gli permette di mietere successi in ogni dove. A livello individuale arriveranno 2 Coppe del Mondo assolute (2009-’10 e 2012-’13), 1 oro olimpico (50 km di Vancouver 2010), la bellezza di altri 5 ori iridati (Skiathlon e 50 km a Oslo 2011; 15 km di Val di Fiemme 2013; Sprint e 50 km di Falun 2015) e un Tour de Ski, seppur vinto a tavolino dopo la squalifica di Martin Johnsrud Sundby.
Inoltre raccoglie affermazioni a catinelle anche nelle prove a squadre, siano esse staffette o team sprint, dove risulta spesso decisivo per l’affermazione della Norvegia.
Il suo declino comincia nella stagione 2015-’16, dove comunque conclude secondo la classifica generale. Negli inverni successivi fa da comparsa, sino ad arrivare all’odierno ritiro.
Fondista completo come pochi, anzi forse come nessun altro nella storia, essendo stato capace di primeggiare in ogni format di gara, dalle sprint alle 50 km mass start, passando per tutto quello che c’è in mezzo. Prove in linea o contro il tempo, di breve o lunga distanza, per Northug non faceva differenza. Lui vinceva comunque e dovunque.
La sua attività agonistica si conclude con 46 vittorie, compresi 1 oro olimpico e 7 ori mondiali. Quest’ultimo dato è un record assoluto, poiché nessun altro fondista nella storia è stato capace di assommare così tanti successi iridati.
Solo Bjørn Dæhlie, arrivato a 48 vittorie, ha complessivamente primeggiato di più. Nessuno invece è salito sul podio tante volte quante Petter, che nelle competizioni di primo livello ha raggiunto la ragguardevole quota di 95 piazzamenti nella top-three.
Al di là delle sue ragguardevoli imprese agonistiche, una delle più grandi qualità di Northug è stata quella di tenere viva l’attenzione mediatica sullo sci di fondo grazie al suo atteggiamento da guascone che di tanto in tanto lo ha portato a scontrarsi con colleghi (Axel Teichmann e Marcus Hellner su tutti) e media (in particolare quelli svedesi).
Con l’addio del norvegese la disciplina perde un personaggio che per oltre un decennio è stato in grado di catalizzare interesse su uno sport in crisi di popolarità.  

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