Sorride, tranquilla e serena Dorothea Wierer al termine della mass start di Östersund che le ha regalato il 16° gioiello personale in carriera.
Proprio come nel 2019 quando in palio c’era il titolo iridato, la partenza in linea svedese si è trasformata in un trionfo per la trentaduenne azzurra delle Fiamme Gialle che ancora una volta prima della gara non sembrava percepire le giuste sensazioni. "Sono molto contenta di questo successo, anche perchè nel riscaldamento non mi sentivo benissimo e per questo ho voluto concentrarmi sul tiro per puntare ad un nuovo zero. Non credo di avere la forma migliore, ma credo di essere stata concentrata su me stessa, pensando a spingere al massimo.
E poi sì, qui ad Östersund mi piace…" ha raccontato la due volte vincitrice della Coppa del Mondo nella flash interview rilasciata all’IBU a fine gara.
Entrando nel merito della sfida con le due transalpine, Wierer ha sottolineato come "avevo un buon treno con le due francesi che sono molto in forma, il confronto era stuzzicante. Sono uscita dall’ultimo poligono in testa ed ero sicura che mi prendessero perchè loro sono forti nel giro conclusivo, dovevo evitare di arrivare insieme a loro al traguardo perchè mi avrebbero battuto, così ho cercato di mettere in pista tutto le energie che avevo in corpo, e forse anche di più.
Sono arrivata ad un punto della mia carriera in cui preferisco lavorare sulla qualità e non più tanto sulla quantità, il riposo è importante e talvolta è più utile di un’ora sugli sci".
E sulla classifica generale che ora la vede seconda a 144 punti da Simon con tre gare individuali ancora da disputare (sprint, inseguimento e mass start ad Holmenkollen) dice: "Continuo a non guardare la classifica di Coppa del mondo, i punti di vantaggio di Simon nei confronti miei e di Lisa Vittozzi sono parecchi, si merita la vittoria. Io sono comunque soddisfatta della mia stagione, qualunque piazzamento finale arriverà non cambierà di una virgola il mio bilancio".
Biathlon – “Ho spinto al massimo, Östersund mi piace e le francesi sono state uno stimolo” Le parole di Dorothea Wierer

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