Dobbiaco è casa per lo sci di fondo. La Coppa del Mondo è approdata da queste parti nel 1988, capitandoci ogni quinquennio fino al 2003 per poi diventare di fatto tappa nella seconda decade del secolo, a parte rare eccezioni. In tal senso il Tour de Ski ha avuto un ruolo importante, con la classicissima tratta di collegamento con Cortina a rappresentare per alcune edizioni una divagazione sul tema.
A Dobbiaco hanno vinto Manuela Di Centa e Federico Pellegrino insieme a tutti i più grandi fondisti della storia recente, da Smirnov a Bente Skari, da Northug a Kowalczyk, da Dæhlie a Bolshunov per arrivare a Bjørgen e Klæbo.
Ma tra i tantissimi campioni che hanno centrato la gloria al cospetto delle Dolomiti di Sesto non può essere dimenticato il primo sigillo personale della carriera di una delle protagoniste più amate ed apprezzate dell’attuale circo bianco.
Sono passati sette anni, ma in quel gennaio 2016 il sorriso che si spalancò sul volto di Jessica Diggins fu ancora più splendente del solito.
Aveva già vinto, in carriera. Appena ventunenne in Coppa del Mondo, nel 2012, in coppia con Kikkan Randall nella team sprint sulle nevi canadesi del Quebec. E sempre al suo fianco il febbraio successivo si era accomodata sul trono iridato in Val di Fiemme.
Ma prima di quella 5km a cronometro in tecnica libera di Dobbiaco, la ventiquattrenne Jessie non aveva ancora trovato lo spunto per godere di un successo tutto suo.
Anzi, a dirla tutta non era ancora stata capace di salire sul podio di Coppa del Mondo, se non in prove a squadre. Ma l’argento iridato di Falun dell’anno precedente era stato un segnale più che chiaro.
Insomma, quell’8 gennaio la corazzata norvegese si dovette inchinare di fronte all’esile ed effervescente statunitense di Afton, Minnesota. L’ordine d’arrivo è eloquente: alle sue spalle, nel giro di una decina di secondi, ecco un’Heidi Weng ai tempi ancora a secco di vittorie (per lei era il podio numero 37, successo sfumato per questione di decimi), poi Østberg, Haga e Johaug.
Il primo dei 14 successi nel circuito maggiore, il primo dei 44 podi che celebrano una carriera arricchita da quattro medaglie iridate (oltre alle citate, l’argento e bronzo di Lahti tra sprint e Team Sprint, unico suo alloro quest’ultimoo con gli sci nei binari) e soprattutto dalla collezione completa a cinque cerchi iniziata con l’oro di PyeongChang – l’ultima impresa con Randall – e proseguita a Pechino con il bronzo nella sprint e l’argento nella 30km, il tutto in tecnica libera.
Nel 2021 Jessie ha fatto suo il Tour de Ski e la classifica generale di Coppa del Mondo, cogliendo il proprio terzo sigillo alla Nordic Arena: vittoria nel 2016, conferma sul gradino più alto del podio l’anno dopo, sempre al termine della 5km e poi imbattibile nella 10km del 2021, con il dicembre 2018 che l’ha vista terza nella sprint dominata da Stina Nilsson.
L’ultima volta che ha gareggiato a Toblach al di fuori del Tour de Ski, Jessie Diggins ha colto un duplice settimo posto tra individuale a skating ed inseguimento in classico, in due 10km firmate da Kalla e Bjørgen, nel dicembre 2017.
Da domani e soprattutto sabato nella 10km in tecnica libera Diggins potrà provare ad arricchire il proprio bottino pusterese: quest’anno la statunitense, oggi trentunenne, ha già vinto due volte, a Lillehammer (proprio su questa distanza) e a Davos (in una 30) e solo la settimana scorsa si è fatta largo sul podio francese di Les Rousses.
Da Dobbiaco a Dobbiaco: Jessie Diggins ha scritto in questi anni pagine di storia del fondo a stelle e strisce ma soprattutto ha saputo conquistare tutti con il suo sorriso, con la sua presenza, con il suo entusiasmo, con il suo saper dire le parole giuste. Nel giorno della vittoria, ma anche e soprattutto nella difficoltà. Bentornata in Val Pusteria, Jessie.
E sì, lo ammettiamo. Sarebbe bello rivederti ancora sul gradino più alto, come in quel gennaio 2016.
E no, questa volta non sarebbe una sorpresa.
Il programma della tappa di Dobbiaco, ultimo atto prima dei Mondiali di Planica prevede per domani, venerdì 3 febbraio, una sprint in tecnica libera con le qualificazioni che scatteranno dalle 12 ed il tabellone principale a prendere il via con le batterie femminili dalle 14:30. Sabato quindi come detto spazio alla 10km a skating con partenza individuale (gara femminile alle 13, la maschile due ore più tardi) con la domenica pusterese a proporre all’interno della Nordic Arena le prime staffette della stagione, autentico test in vista delle sfide iridate slovene.