“Troppo costoso”. Sono tante le nazionali che si stanno lamentando per i costi di una stagione di sci di fondo ricca di appuntamenti, viaggi e di conseguenza anche test per il covid. Proprio in una stagione in cui molti hanno anche perso alcune sponsorizzazioni, a causa delle conseguenze economiche della pandemia, i team si trovano anche a fronteggiare un’impennata nelle spese.
Chi si sta lamentando non poco è in particolare la nazionale russa. Elena Välbe ha chiesto più volte dei chiarimenti da parte della FIS, dando grandissima importanza anche all’aspetto economico per una squadra folta come quella russa. «Normalmente noi abbiamo più di una sessantina di persone che viaggiano in occasione delle tappe di Coppa del Mondo – ha affermato la presidente dello sci di fondo russo a Dailyskier.com – questo contingente include atleti, allenatori e tutto il personale di supporto. Facciamo i conti: le nuove misure introdotte per effettuare i test sul covid-19 ad ogni tappa di Coppa del Mondo, ci potrebbero costare circa 500 – 530 mila euro in questa stagione». Per molti team questa cifra è il budget intero di una stagione.
Una cifra che potrebbe paradossalmente anche aumentare se un componente del gruppo dovesse risultare positivo al covid-19 durante una trasferta, cosa molto più probabile in un contingente così ampio. Cosa accadrebbe? In alcune nazioni è prevista la quarantena a spese della squadra stessa. Se ad esempio un russo venisse trovato positivo al covid-19 a Lillehammer, tutti i sessanta componenti del gruppo squadra russo resterebbero in isolamento in Norvegia per dieci giorni? Una spesa enorme per una squadra che non potrebbe nemmeno gareggiare.
Nel frattempo in FIS i meeting online si susseguono prima del via di Ruka, proprio per far si che si riesca a chiarire il maggior numero di problematiche. Certo, forse bisognava muoversi prima ed avere la lungimiranza di prevedere quella seconda ondata che tanti virologi avevano già annunciato la scorsa primavera.