Sembrava aver perso la coppa di specialità, con la decisione della federazione norvegese di non partire per il Nord America. Poi, prima la rinuncia di Minneapolis, quindi la cancellazione, arrivata solo dopo la rivolta di numerose squadre, delle gare di Quebec City, gli hanno consegnato un globo di cristallo che ha ampiamente meritato, avendo vinto nel corso della stagione tutte le sprint alle quali ha preso parte.
Johannes Klæbo, però, non riesce a festeggiare questo successo, che cade ovviamente in secondo piano rispetto all’attuale situazione mondiale, perché è molto deluso dall’atteggiamento avuto dalla FIS. In un’intervista a NRK il fenomeno norvegese, che sta ritoccando tanti record dello sci di fondo, non le ha certo mandate a dire.
«Ho vinto la coppa sprint, ma in questo contesto significa poco – ha affermato Klæbo – le vittorie sportive e di Coppa del Mondo non sono ciò che conta. Ora dobbiamo concentrarci sul fare molte scelte giuste tutti assieme in modo da poter porre fine al coronavirus. Questo è ciò che conta ora».
Cosa che, evidentemente, Klæbo non ritiene abbia fatto la FIS nel tentativo di andare avanti a ogni costo: «È triste vedere come si è comportata la FIS, quanto tempo ci sia voluto prima che si rendessero conto della serietà della situazione. In primo luogo, il fatto che abbiano messo la competizione di Coppa del Mondo davanti alla vita e alla salute è semplicemente riprovevole. Poi che in questa maniera abbiano messo lo sci di fondo in una luce negativa. Sono lieto che la mia federazione sia stata forte e chiara in questa materia, mostrando di considerare nel modo giusto ciò che è importante rispetto a quello che non lo è in questi giorni».
Il campione norvegese è andato avanti: «Il fatto che i canadesi abbiano dovuto rinunciare alle proprie gare casalinghe mostra la strada intrapresa dalla FIS. È come se i norvegesi avessero dovuto abbandonare Holmenkollen. È semplicemente imbarazzante vedere come la FIS ora abbia gestito la situazione».
Klæbo è tornato quindi a complimentarsi con la sua federazione: «Sulla base degli sviluppi degli ultimi giorni, sono ancora più convinto della bontà della posizione presa dalla mia federazione sulle gare di Stati Uniti e Canada. Ora dobbiamo tutti partecipare allo sforzo sociale e non correre rischi inutili in relazione alla salute pubblica».
Johannes Klæbo contro la FIS: “È stata riprovevole, ha messo la competizione sportiva davanti alla salute”

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