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Sci di fondo

Ilaria Debertolis: “I risultati dell’ultima stagione mi hanno fatto alzare l’asticella”

Quando l’intervistammo la scorsa estate, Ilaria Debertolis chiedeva alla stagione 2016/17 un miglioramento rispetto a quella passata e la qualificazione per i Mondiali, nei quali desiderava, inoltre, far parte alla staffetta. In realtà ha fatto molto di più, entrando nelle migliori trenta della classifica generale di Coppa del Mondo e riuscendo, soprattutto nella prima parte di stagione, a ottenere ottimi risultati con continuità, trovandosi quasi sempre tra le prime venti, con due incursioni nella top ten a Davos. Ora si sta godendo il meritato riposo, che ci siamo permessi di disturbare per chiederle un giudizio a mente fredda sulla stagione appena terminata.

Ciao Ilaria. Quella appena conclusa, probabilmente, è per te la miglior stagione in carriera; lo confermi?
«Si, è quello che dicono i risultati. Sono contentissima, perché sono arrivata tra le migliori trenta della classifica generale di Coppa del Mondo e ho ottenuto la stessa posizione anche in quelle di specialità distance e sprint. Sono molto soddisfatta per quanto ho fatto, ovviamente soprattutto per i risultati ottenuti nella prima parte di stagione. Non lo sono altrettanto per la seconda parte, perché dai Mondiali non ho ottenuto i risultati che speravo, forse ho sentito un po’ di stanchezza e perso un po’ di concentrazione. Non sono riuscita a mantenermi su un alto livello per tutta la stagione. Una cosa che dovrò imparare a fare al più presto, a partire già dal prossimo anno».

Anche perché sarà l’anno olimpico.
«Le Olimpiadi rappresentano un obiettivo importante, sono l’appuntamento principale della stagione. Mi preparerò al meglio, perché voglio crescere ancora e piazzarmi più spesso tra le dieci o quindici migliori».  

Come ti spieghi il calo nella secondo parte della stagione?

«Ero stanca sia fisicamente sia mentalmente, perché ho disputato tantissime gare, quindi non sono praticamente mai stata a casa e ne ho un po’ risentito. Ho pagato moltissimo, quindi, il ritiro che abbiamo svolto a Lavazè alla vigilia del Mondiale, non sono riuscita più a ritrovare le sensazioni buone che avevo avuto fino a fine gennaio».
Al termine del Mondiale eri un po’ delusa, perché ti aspettavi di più dopo i risultati che avevi ottenuto nella prima parte di stagione. Anche questa si può giudicare però una cosa positiva, le tue belle prestazioni ti hanno dato maggiore consapevolezza dei tuoi mezzi.
«Alla vigilia della stagione non mi aspettavo un’annata così, sono entrata tra le dieci, sono arrivata molto spesso tra le prime quindici. Di conseguenza l’asticella si è alzata e ho iniziato a guardare sempre più in alto. Oggi i miei obiettivi sono certamente diversi rispetto a un anno fa. In questo momento sono super motivata ad allenarmi ancora di più. Ora so cosa mi manca per fare un ulteriore salto di qualità e lavorerò su quello».

Dove ritieni di dover lavorare?

«Sicuramente devo crescere ancora sulla tecnica classica. Se non ho degli sci perfetti con grande tenuta, vado facilmente in difficoltà. Se già manca qualcosa, e in classico la neve non è sempre uguale lungo il circuito, oppure se sono stanca, faccio molta fatica. Poi devo migliorare nelle sprint, soprattutto negli scollinamenti, dove devo essere più reattiva. Solitamente quando le altre scattano perdo sempre qualche metro, poi lo recupero, ma spendo energie e non ne ho più per il finale. Devo crescere anche sulle curve e sulle spaccate. Poi, ovviamente, non si smette mai di imparare e migliorare, quindi anche in pattinaggio, dove so di fare bene, posso crescere ancora».

In sprint, però, già quest’anno sei migliorata molto.
«Diciamo che un anno fa restavo quasi sempre fuori per pochissimo nelle qualificazioni. In questa stagione, invece, sono sempre riuscita a qualificarmi e questa è una cosa molto positiva. Ora, però, ho alzato l’asticella, quindi il prossimo anno voglio cominciare a entrare in semifinale».  

Un’ultima domanda, più personale: sappiamo che sei sentimentalmente legata a Dietmar Nöckler, come hai vissuto il suo argento nella team sprint?
«La team sprint è l’unica gara, nel corso del Mondiale, che facciamo nella stessa giornata. Io ero ancora con il pettorale addosso e delusa per come era andata la mia gara, quando è partita la team sprint maschile. Ho cominciato a seguirla e mi sono agitata sempre di più, purtroppo sono così quando vedo gareggiare gli altri. L’agitazione è cresciuta quando ho visto che erano avanti, noi ci trovavamo proprio lì sull’ultima curva, insieme a Lucia Scardoni, i fisioterapisti e i tecnici, quando ho visto la caduta, ho urlato. All’arrivo, per la gioia, abbiamo quasi tirato giù le transenne. È stato un momento bellissimo. Anche quando vinse il bronzo con Chicco a Falun ero presente, ma non essendo in finale, non mi trovavo nel parterre. È stato veramente emozionante»

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