La 30 chilometri a tecnica libera di sabato ha confermato le difficoltà che Francesco De Fabiani sta avendo in questa prima parte di stagione. Il fondista valdostano non sta confermando le ovvie aspettative, figlie di due stagioni straordinarie. Un problema che lo accomuna però ai suoi compagni di squadra, per una nazionale maschile che fin qui ha raccolto pochissimo. Ne abbiamo parlato con lui, che come sempre ha analizzato la situazione in modo molto chiaro. Ecco quanto ha affermato.
L’inizio di stagione. «Non posso certo essere soddisfatto e immagino non lo sia nessuno, perché le aspettative di tutti erano molto alte, soprattutto le mie. Dal momento che in estate era andato tutto bene sia nelle gare sia nei test sugli skiroll, avevamo molti motivi per essere convinti che avremmo ottenuto subito dei risultati degni di nota. Invece le cose non sono andate così, probabilmente nelle ultime settimane di preparazione qualcosa non ha funzionato come doveva e stiamo cercando di capire cosa sia, per risolvere il problema e ripartire bene dal tour de ski. Abbiamo tre settimane di tempo per riuscire a chiudere definitivamente questa brutta fase iniziale e ripartire con il piede giusto. Tutta la squadra è nella stessa situazione, tutti sappiamo di avere i mezzi per ottenere risultati migliori e nessuno può considerarsi soddisfatto dei risultati ottenuti».
Sulla 30km di Davos: «Quella di sabato è stata una gara molto lunga, ma lo sapevo già, perché a Davos non sono mai andato bene, essendo questa una pista che patisco un po’. In qualunque caso le sensazioni avute non sono state certo buone, mi sembrava ancora una volta di avere una sorta di limitatore, di non riuscire a dare il massimo e ne ero anche cosciente. Ero totalmente incapace di cambiare ritmo. Avevo anche trovato un buon trenino, una cosa fondamentale a Davos, quando nel corso del terzo giro mi sono trovato con Legkov e se fossi rimasto con lui fino alla fine, avrei avuto ancora ottime possibilità addirittura di arrivare 15°, vedendo poi la classifica finale. Insomma, a differenza di altre occasioni, qui ho anche avuto una buona opportunità, ma non sono riuscito a tenerlo, perché andava oltre quel ritmo che purtroppo ho dentro in questo momento e mi limita».
Sulla mancata partecipazione alla sprint di domenica. «Diciamo che in realtà, se fossero andate bene le gare di Ruka e Lillehammer, da programma nemmeno mi sarei presentato a Davos, perché la 30km tecnica libera non è la mia gara, quindi non mi sarebbe servita per ottenere molti punti, ma mi avrebbe soltanto stancato. Abbiamo deciso di farla lo stesso perché volevamo vedere se continuando a fare gare, il mio stato di forma sarebbe migliorato. La sprint quindi non era proprio prevista, probabilmente l’avrei fatta soltanto se fosse andata molto bene la 30km».
Cosa non va. «In skating riesco a sciare ancora abbastanza bene, mentre in classico proprio non riesco a sciare sciolto come al solito. È come se al mio interno ci fosse qualcosa che non gira come dovrebbe. Non so a cosa sia dovuto, probabilmente è legato alla preparazione, visto che lo stesso problema ce l’hanno anche i miei compagni. L’importante sta nello scoprirlo e correggerlo. Io non mi sento stanchissimo, ma allo stesso tempo nemmeno così bene da poter cambiare ritmo. Mi trovo in una condizione che mi permette di andare a punti quando faccio una gara discretta, ma questo non mi basta».
L’obiettivo non cambia. «Io voglio arrivare sempre a ridosso delle prime posizioni, soprattutto in classico. Probabilmente in una gara come quella di sabato, non avrei ottenuto un grande risultato nemmeno se fossi stato in forma, anche se un ingresso nei trenta sarebbe potuto anche arrivare. Come ho dichiarato all’inizio della stagione, il mio obiettivo è quello di arrivare nei primi dieci della classifica generale. Per riuscire a raggiungere questo obiettivo, dovrei entrare tra i primi dieci in molte gare. Anzi, considerato che nelle sprint non ho mai ottenuto tanti punti, significa che nelle distance devo fare anche meglio di entrare semplicemente nei dieci. Ormai archiviamo questo inizio di stagione, voltiamo pagina e ripartiamo dal tour de ski con un’altra marcia».
Il prossimo weekend si gareggia a La Clusaz. «Devo ammettere che vista la situazione in cui mi trovo, non ci punto moltissimo, perché voglio incentrare il mio lavoro in modo da arrivare pronto al tour de ski. Anche perché per quanto riguarda la staffetta, non ci arriviamo certo in un momento positivo. Nessuno della nostra squadra è nelle migliori condizioni di forma e abbiamo visto in Svizzera, che anche gli atleti provenienti dalle altre squadre italiane non stanno meglio di noi. Per il tour de ski c’è tempo e spero che riusciremo a ribaltare questa situazione proprio come squadra».