Ancora una volta, ed è la quarta, Cortina non avrà i Campionati Mondiali di sci alpino del 2019 che, almeno nelle previsioni della vigilia, erano dati per scontati. Per 9 voti contro 8 la FIS, nel suo congresso a Barcellona, li ha assegnati invece ad Are dove si erano tenuti già nel 2007 e si aggiungono a quelli di sci nordico dell’anno prossimo. Anch’essi in Svezia, a Falun. Troppa grazia, tanto è vero che il presidente del Comitato Organizzatore Enrico Valle, pur complimentandosi con i vincitori anche per una questione di fair play, non ha però mancato di fare le sue rimostranze.
E le ha espresse in termini pesanti (“non hanno voluto dare a Cortina una prospettiva di crescita ma hanno voluto regalare ad Are la possibilità di fare business”), puntualmente raccolti e rilanciati dai media presenti. A influire sulla scelta sarebbero state “una forte pressione diplomatica e di interessi consolidati che ha introdotto un indebito elemento di squilibrio facendo pendere la bilancia a favore della località svedese, ma anche l’ondata di spettacolari azioni giudiziarie che si sono arrivate dall’Italia proprio in concomitanza con la presentazione della candidatura, che ci hanno dipinto agli occhi dei delegati, come un Paese inaffidabile nel quale non è possibile organizzare grandi eventi”.
Ha calcato la mano anche il presidente del Veneto Zaia. “Una decisione incomprensibile. Cortina era la località migliore, ha presentato il progetto migliore, i cantieri già aperti, una squadra compatta e coesa, dal Governo, al Coni alla Regione. È scandaloso, questo non è sport. La Federazione italiana sport invernali ne prenda atto, poiché è chiaro che si tratta di un affronto alla Federazione e agli sportivi italiani”.
Proteste sacrosante, ma c’era comunque da aspettarselo dopo lo scandalo dell’Expo di Milano e, proprio in queste ultime battute, l’altrettanto scandaloso caso del Mose che vede coinvolti il sindaco di Venezia Orsoni e l’ex presidente della Regione ed ex ministro Galan oltre ad un’ampia pletora di altri reggicoda veneti presi con le mani nella marmellata. Scontate e immarcescibili situazioni che fanno perdere faccia e credibilità al Paese.
“La svedese Are organizzerà i Mondiali di sci alpino nel 2019 mentre all’Italia restano solo i buoni propositi, ha sottolineato da parte sua il presidente della Fisi, Flavio Roda. Cortina, questa volta non poteva fare di più e ha lavorato bene sia sul territorio che coinvolgendo tutte le istituzioni e il mondo dell’imprenditoria. La presenza del Governo, della Regione Veneto, del Coni, degli imprenditori cortinesi rappresentati da Montezemolo a Barcellona, la dicono lunga su come il Comitato organizzatore sarebbe riuscito, in collaborazione con la Fisi, a trasformare il Mondiale italiano in un’occasione per il rilancio dello sport in montagna. L’Italia ne ha bisogno e ne ha bisogno tutto il mondo sportivo italiano. Il verdetto che assegna i Mondiali ad Are però non premia tutto questo impegno a vantaggio dello sport ma piuttosto una candidatura maggiormente orientata al business. Tutto ciò non sprona certo ad impegnarsi credendo negli ideali puri dell’agonismo perché si corre il rischio di buttare energie al vento e ricavare solo amarezze. E’ una sconfitta per lo sport del nostro Paese”.
Business che avrebbe fatto comodo anche a Cortina, se avesse vinto, ma anche alla Federazione che sui diritti TV ci contava per rilanciare le squadre in un momento di pesante crisi economica. Oltre che al Comitato Veneto che avrebbe avuto una sostanziosa compartecipazione.
L’ultimo atto del Congresso di Barcellona è stata l’elezione del presidente e del nuovo Consiglio FIS. Per
acclamazione è stato rieletto residente Gianfranco Kasper (foto), all’ultimo mandato della sua lunga carriera.
Fra i consiglieri è stato rieletto Flavio Roda che quantomeno è stato ripagato ed entra nel nuovo Consiglio FIS come secondo candidato più votato con 116 le preferenze contro le 119 del norvegese Sverre Seeberg, il più votato in assoluto. Stesso numero di preferenze di Roda anche per l’americano Dexter Paine e per il canadese Patrick Smith, mentre Peter Schroeksnadel arriva a 114, il tedesco Alfons Hoermann a 113 e il francese Michel Vion a 110.
Faranno parte del nuovo Consiglio anche lo svedese Mats Aries, il giapponese Aki Murasato, lo spagnolo Eduardo Roldan, lo sloveno Janez Kocijancic, il koreano Sung-Won Lee, l’australiano Dean Gosper, il russo Andrey Bokarev, il finlandese Martti Uusitalo e il ceco Roman Kumpost. Primo dei non eletti il croato Vedran Pavlek.
Erich Demetz è stato nominato membro onorario della FIS, insieme all’americano Bill Marolt.
Sono stati quindi eletti i 4 nuovi vice presidenti. Si tratta del norvegese Sverre Seeberg, dello sloveno Janez Kocijancic, dell’americano Dexter Paine e del coreano Sung-Won Lee.
Una ferita che brucia quella inferta a Cortina. Sul piano economico, perché avrebbe beneficiato di opere e infrastrutture varie per un centinaio di milioni, ma anche di immagine. Paga, con tutta probabilità, l’eccesso di sicurezza, dopo che lo stesso presidente Kasper si era dichiarato convinto del successo ampezzano. Non altrettanto fiducioso l’ex presidente Morzenti, in questi giorni ricoverato in clinica per un intervento operatorio al crociato e ai menischi, che già un paio di settimane fa aveva anticipato la batosta parlandone a chi scrive oltre che ad alcuni amici e sottolineando il mancato rispetto dell’impegno, quando lui si era ritirato, perché i Mondiali venissero assegnati all’Italia.
Checché ne dica Bortoluzzi (foto), presidente del Comitato Veneto che con quello del Trentino aveva sostenuto la ricandidatura di Roda nel segno della continuità e della considerazione che poteva vantare presso Kasper, la Fisi di Roda paga ancora una volta il mancato “peso politico” del suo presidente all’interno della FIS. Un ex tecnico, pur di valore, non riesce a incidere fra le alte sfere della federazione internazionale come, per esempio, avrebbe potuto fare Gandolfi, che invece non è stato preso in considerazione dal Comitato organizzatore di Cortina 2019. Che ha perso nel gioco di squadra pur schierando, a Barcellona, personaggi del calibro di Malagò , Montezemolo, Tomba e, per quanto riguarda la politica nazionale, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Delrio. L’alter ego di Renzi che doveva assicurare l’impegno del governo.