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Sci di fondo

Mondiali 50 km: impresa di Olsson, tutto solo per 30 km. E Noeckler (18°) papabile campione

In una 50 km in classico, non è proprio consigliabile andarsene in fuga dopo soli 10 km. Rimane ancora un’ora e mezza di gara abbondante, in cui tutto può accadere e il caldo – quello di oggi in Val di Fiemme – può anche fare brutti scherzi. Specialmente quando spappola la pista, cosa che fortunatamente non è avvenuta, poiché l’organizzazione l’aveva preparata bene e in anticipo, con la neve programmata alla quale si è poi aggiunta quella naturale.
“È vero, il rischio era alto, ma ho voluto provarci e capire come avrebbero reagito gli altri”, ha commentato a fine gara oggi il nuovo campione del mondo Johan Olsson. E la reazione degli altri è stata a dir poco blanda all’inizio, in quanto nessuno poteva minimamente immaginare che il fondista di Skultuna, sotto anche gli occhi del suo re, avesse gambe e fiato per correre tutto da solo una prova massacrante come la 50 km. Mai in corsa Northug, che aveva battuto Ollson  nella 15 km individuale., ma oggi è finito 21°, a più di 2 minuti dallo svedese.
50 Olsson Cologna 2L’unico a pensarla diversamente, in realtà, è stato Dario Cologna. Lo svizzero, campione mondiale dello skiathlon, sospettando dell’ottima forma dell’avversario e dell’incredibile voglia degli svedesi di mettersi al collo un oro a questi Campionati del Mondo, ha seguito Olsson come un’ombra (foto sopra) per una decina di chilometri, finché una caduta in curva, al termine di una discesa, lo ha fatto tornare tra i ranghi, nella bagarre degli inseguitori. Qui sono stati a lungo anche gli azzurri Giorgio Di Centa e Dietmar Noeckler, bravi a tenere il passo dei vari Legkov, Poltoranin, Northug, Bauer, Roenning e Vylegzhanin, tra i tanti. Di Centa è stato a50 Noeckler viso lungo in prima fila, nei chilometri iniziali, ma è calato nel giro finale dove invece Noeckler (foto all’arrrivo e, sotto, in prima linea nel gruppo) ha dimostrato una tenuta insospettabile che lo proietta in una nuova dimensione con grossi margini di miglioramento. Bravo nello skating, il salto di qualità lo ha fatto però in classico e in questo Mondiale si era già messo in evidenza  nella prima frazione della staffetta.

E’ maturato: da testa matta qual era ritenuto, sta emergendo il campione che può diventare. Il fisico non gli manca: deve sono esserne convinto. Nel suo caso ha probabilmente avuto un peso determinante anche l’amore per la collega Debertolis: dovesse funzionare ciosì anche per lei, tanto di guadagnato per il settore femminile che soffre di crisi di vocazione.
 Il vantaggio di Olsson non è mai andato oltre il minuto; c’è stato chi ha tentato  il recupero, come Lukas Bauer al km 35, ma ha potuto solo avvicinarlo, per poi rientrare nei ranghi. Lo svedese oggi era una macchina perfetta, nello stile, nel passo e nella tenuta.

50 Noeckler GruppoUn’impresa, la sua. Inappuntabile sotto uno sforzo durissimo, bello da vedere anche sul piano tecnico: roba da manuale. Il primo, finalmente, a rendere spettacolare una 50 km mass start dall’inizio alla fine, evitando che si trasformasse nella solita marcia di trasferimento fino a due passi dal traguardo, per risolversi nello scattino finale. Un format di gara 50 Olsson Vittoriainventato per la TV, ma che ottiene abitualmente l’effetto contrario: fa addormentare chi la guarda.
Il suo ingresso sul rettifilo finale è stato salutato da un boato assordante, con le bandiere svedesi a prendersi la rivincita su tutto e tutti. Nell’ultimo chilometro si è accesa anche la lotta per l’argento e Cologna è sembrato il primo candidato , seguito da Legkov, Poltoranin e Roenning. Argento allo svizzero, mentre il kazako, che si era buttato sulla sua scia senza però raggiungerlo, si metteva al collo il bronzo beffando il norvegese e il russo per pochi secondi. Dopo nemmeno un minuto da Poltoranin è apparso sul traguardo Noeckler, il migliore tra gli azzurri, seguito da Di Centa, rispettivamente 18° e 19°. Valerio Checchi ha chiuso al 36° posto e Mattia Pellegrin al 38°.

Classifica 50 km TC mass start

1. Olsson Johan 1980 SWE 2h10.41.4, 2. Cologna Dario 1986 SUI +12.9; 3. Poltoranin Alexey 1987 KAZ50 Podio +16.8; 4. Legkov Alexander 1983 RUS +19.5; 5. Roenning Eldar 1982 NOR +20.2; 6. Gjerdalen Tord Asle 1983 NOR +32.3; 7. Dotzler Hannes 1990 GER +32.7; 8. Vylegzhanin Mazxim 1982 RUS +34.6; 9. Filbrich Jens 1979 GER +38.5; 10. Richardsson Daniel 1982 SWE +41.3; 11. Japarov Dmitriy 1986 RUS +42.2; 12. Yoshida Keishin 1987 JPN +44.2; 13. Angerer Tobias 19677 GER +45.4; 14. Eliassen Petter 1985 NOR +54.8; 15. Soedergren Anders 1977 SWE +59.1; 16. Bauer Lucas 1977 CZE +1.00; 17. Roethe Sjur 1988 NOR +1.08.2; 18. Noeckler Dietmar 1988 ITA +1.11.4; 19. Di Centa Giorgio 1972  ITA +1.29.1; 20. Magal Jiri 1977 CZE +1.49.2; 21. Northug Petter 1986 NOR +2.00.9; 22. Lehtonen Lari 1987 FIN +2.10.8; 23. Bessmertnykh  Alexander 1986 RUS +2.50.8; 24. Manificat Maurice 1986 FRA +2.59.7; 25. Heikkinen Matti 1983 SWE +3.30.3; 26. Jaks Martin 1986 CZE +4.04.7; 27. Hoffman Noah 1989 USA +4.19.1; 28. Harvey Alex 1988 CAN +4.31.4; 29.Hellner Marcus 1985 SWE +4.42.5; 30. Jahojaervi Sami 1981 FIN +5.38.3; 36. Checchi Valerio 1980 ITA +7.21.1; 38. Pellegrin Mattia 1989 ITA +8.52.1

Le dichiarazioni a fine gara degli azzurri

Dietmar Noeckler: “E’ la prima volta che non vado in crisi in una 50 chilometri, il mio obiettivo era rimanere con i migliori il più a lungo possibile e ci sono praticamente riuscito. Devo ancora migliorare in tanti aspetti, spero di essere un giorno anch’io lì a lottare per le medaglie”. 
Giorgio Di Centa: “Gara durissima fin dall’inizio, ho voluto rischiare un po’ con i materiali, che andavano abbastanza bene in velocità ma mancavano un po’ di tenuta. Archiviamo questo Mondiale senza medaglie, ma abbiamo cercato ugualmente di dare emozioni ai nostri tifosi. Voglio ringraziare i nostri tecnici e il pubblico meraviglioso che ci ha tifato; adesso voltiamo pagina e guardiamo avanti, c’è un’Olimpiade che ci aspetta”.
Mattia Pellegrin: “Speravo e credevo di fare meglio, invece la condizione non era proprio ottimale, c’erano tanti tifosi ma non sono bastati”.
Valerio Checchi: “Gara un po’ strana, al secondo giro ho perduto un po’ di terreno, poi per una quindicina di chilometri ho viaggiato al ritmo dei primi. Sapevo che fisicamente non ero al top, ho cercato di tenere mentalmente. Evidentemente questo è attualmente il mio livello. Nelle prossime settimane bisognerà tirare un po’ le conclusioni, sicuramente non mollerò poiché in me c’è ancora tanta passione”.
Silvio Fauner: “Ho visto un Noeckler veramente pimpante, ci ha creduto fino a metà dell’ultimo giro, dando tutto quello che aveva. E’ tutta la stagione che sta andando forte in classico. Di Centa ci sarà anche nel prossimo anno e sarà assolutamente combattente. Chiudiamo a zero medaglie, ma dobbiamo ripartire dalle buone prestazioni che abbiamo offerto in questi giorni e insistere sul gruppo di giovani che stanno crescendo”.

 Olsson come Giasone alla conquista del vello d’oro

 50 Olsson MedagliaLAGO di TESERO – C’era la neve candida, invece del vasto azzurro mare. E due sci sottili al posto della nave Argo. Ma oggi Johan Olsson andava alla conquista del vello d’oro come Giasone. La Val di Fiemme era la sua Colchide.
La sua è un’impresa che ha avuto lo splendore della temerarietà, che ha introdotto una possibilità nuova

nell’orizzonte delle gare “mass-start”, appiattito ormai sulla volata. Sulla 50 km, infatti, Giorgio Di Centa aveva vinto allo sprint l’oro ai Giochi di Torino 2006 e Northug si era imposto in volata a quelli di Vancouver 2010, bruciando Teichmann e proprio Olsson, favorito anche quella volta da una caduta di Cologna.
La caduta di Cologna, dopo 18 km, infatti, è stata la chiave che ha aperto la strada a Olsson. I russi, lanciati come lupi all’inseguimento, quando Cologna veniva riassorbito, rallentavano e Olsson schizzava avanti. Solo. Non aveva l’aiuto degli Argonauti, né della maga Medea. Lo sosteneva soltanto il cuore.
Non era nuovo all’azzardo audace. Olsson aveva tentato il prodigioso assolo anche nell’inseguimento sui 30 km di Vancouver, ma nel finale era stato raggiunto e bruciato da Hellner e Angerer, finendo terzo. In quei 50 Olsson Cologna02Giochi aveva conquistato anche l’oro, ma solo con la squadra, nella 4×10 km. Ora era solo nell’avventura. Davanti a lui aveva 32 chilometri ardui e, dietro, 40 lupi temibili. Eppure accettava la sfida senza tremare.
La sua azione era elegante, ritmata. Olsson non forzava. Conservava l’euritmia del gesto, anche quando, alle sue spalle, si scatenava la caccia furente. Dai bordi della pista lo sospingeva l’urlo affettuoso della moglie Anna, olimpionica di Torino nella sprint di squadra. Fiero, dalla tribuna d’onore, lo seguiva anche il suo re, Carlo XVI Gustavo di Svezia. Olsson volava rapido, senza tremare mai.
Mentre scompariva tra gli abeti rossi ci ricordavamo della fuga di Gustav Vasa, braccato dalle milizie danesi. Una vecchia storia di sci e di coraggio del 1520, che ha dato un nuovo re alla Svezia e l’indipendenza e che ha fatto nascere la mitica Vasaloppet. Olsson inseguendo tracce reali, raggiungeva la Colchide. E la sua medaglia d’oro splendeva come il sole.                                            Claudio Gregori

Calato il sipario su Fiemme 2013, il Mondiale si sposta a Falun

cerimonia bandiereE dopo l’ultima premiazione iridata di Fiemme 2013, è calato il sipario su questi Mondiali. La cerimonia di chiusura è iniziata con la sfilata di 55 volontari con indosso le bandiere delle nazioni partecipanti ai Mondiali, i quali hanno poi fatto da coreografia restando nel parterre, in un semicerchio che ha “contenuto” i momenti ufficiali alla presenza del presidente del Comitato organizzatore Tiziano Mellarini, il presidente esecutivo Pietro De Godenz e il presidente FIS Gian Franco Kasper.
cerimonia Mellarini Kasper Cerimonia“È arrivato il momento di dirci arrivederci” ha esordito Kasper  (foto), che ha poi concluso con le fatidiche parole “dichiaro chiusi i Campionati”. Il picchetto d’onore della Guardia di Finanza ha ammainato la bandiera italiana mentre nello stadio risuonava l’Inno di Mameli, cantato all’unisono dalle migliaia di tifosi italiani presenti.

Occhi lucidi sì, ma con tanta fierezza per una manifestazione che è stata semplicemente un successo. Ed esempio di fair play, con “Fair Play Fiemme 2013”  il riconoscimento introdotto,,da Panathlon International, organismo internazionale riconosciuto dal CIO, conferito a chi si distingue per un gesto di correttezza sportiva particolarmente significativo. Il premio è stato assegnato alla squadra norvegese di salto, perché dopo essere stata declassata ieri dal secondo al quarto posto nella gara a squadre (per un aggiustamento nel punteggio) ha accettato sportivamente la decisione della giuria senza battere ciglio.
È stata poi ammainata la bandiera FIS, consegnata dalle mani di De Godenz (foto) a Kasper, che l’ha poi affidata a Marcus Wallenberg, presidente dei prossimi Campionati del Mondo di sci nordico di Falun 2015cerimonia DeGodenz (Svezia).
Fiemme 2013 ha consegnato quindi un riconoscimento speciale alla FIS: “Chi scia sa volare”, la splendida opera di Angelo Morucci e Mario Venturini di MV Art in Design che unisce materiali tecnologici con elementi della tradizione del territorio, come il legno di Stradivari. L’opera, unica al mondo, collegata ad un amplificatore audio riproduce incisioni musicali da qualunque fonte sonora.
La cerimonia si è chiusa poi con il video di presentazione di Falun 2015 e l’uscita di scena delle “bandiere viventi”.
Il sipario è calato e mentre il sole si avviava dietro le montagne incantate della Val di Fiemme gli abbracci e i sorrisi dei volontari uscivano allo scoperto, con qualche lacrima. Giustificata: anche loro sono stati protagonisti di un evento straordinario. Fiemme 2013 resterà nei cuori di tutti.
Info: www.fiemme2013.com                                                   (Testo e foto Newspower Canon)

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