Mettete da parte la bellezza, che ha spinto qualcuno anche a chiederle di posare per playboy, perché oltre che una bellissima ragazza, Dorothea Wierer è soprattutto una grandissima atleta, una campionessa, che a soli 26 anni è stata la prima atleta italiana a vincere la Coppa del Mondo Individuale di biathlon e in passato fu anche la prima biatleta del nostro paese a conquistare l’oro in un Mondiale giovanile. La sua ultima stagione è stata quella della definitiva consacrazione con quattro vittorie (2 individuali, una in mass start e un successo in staffetta), oltre a due secondi e quattro terzi posti (uno con la staffetta) in Coppa del Mondo. Inoltre l’atleta di Rasun Anterselva ha anche vinto l’argento ai Mondiali. La Wierer è arrivata terza nella classifica generale della Coppa del Mondo ed è stata l’unica atleta a battere la Soukalova in una classifica di specialità, quella individuale, con la ceca che si è dovuta accontentare delle altre tre, oltre quella generale. La “coppa di cristallo” gli è valsa anche l’invito a Palazzo Chigi, dove con gli altri atleti che hanno vinto una coppa di specialità nello sci (Peter Fill, Federico Pellegrino e Michela Moioli) ha incontrato il Premier, Matteo Renzi. L’atleta si è raccontata in un’intervista che ci ha gentilmente rilasciato.
Nell’ultima stagione sono arrivate le sue prime quattro vittorie in Coppa del Mondo, l’argento ai Mondiali, la coppa di cristallo individuale e anche l’invito a Palazzo Chigi. Una grande annata.
«Non posso nascondere che aver chiuso terza nella classifica generale e aver vinto quella di specialità mi abbia reso felice. Sono contenta anche per i risultati ottenuti da tutta la squadra. Sicuramente è stata un’esperienza molto bella ed emozionante».
Si aspettava una stagione del genere?
«No, alla vigilia lo speravo, ma per raggiungere determinati risultati serve anche un po’ di fortuna. Ero consapevole del fatto che stavo migliorando di anno in anno, ma non mi aspettavo di fare un tale salto di qualità in questa stagione».
Poche settimane fa è stata anche invitata a Palazzo Chigi insieme agli altri vincitori di una coppa del mondo nello sci.
«Si e sono stata molto orgogliosa di questo, perché è bello vedere e fare delle cose che altrimenti non avrei avuto mai la possibilità di fare. Addirittura potevo anche sedermi sulla sedia del presidente».
Nella prossima stagione punta a migliorarsi ancora?
«Sono orgogliosa di quanto fatto nell’ultimo inverno e sono consapevole del fatto che ora tutti si aspetteranno ancora di più da parte mia. Anch’io mi aspetto di migliorare ancora e questo ovviamente mi mette un po’ di pressione, perché non posso fallire. Adesso mi sto già allenando in vista della prossima stagione, perché voglio arrivarvi subito al top. Molto dipenderà anche dalle avversarie, perché ogni anno le cose cambiano».
Com’è nata la sua passione per questo sport?
«Il biathlon è lo sport più conosciuto nella mia valle, nella quale sono nati tanti campioni della nostra disciplina negli anni ’80 e ‘90. Ho iniziato perché anche i miei fratelli erano biatleti, insomma era una cosa di famiglia, oltre che territoriale».
La sua carriera ha avuto una svolta quando ha vinto il Mondiale Giovanile. Lì ha capito di essere una predestinata?
«No, perché alla fine cambia tutto quando arrivi in coppa del mondo. Non è una cosa certa che chi vince tra i giovani, poi si ripeterà anche successivamente, perché magari qualcuno da giovane non ha ancora sviluppato in pieno le proprie possibilità, oppure uno forte tra i giovani, non si allena altrettanto bene quando entra in Coppa del Mondo».
A proposito di allenamento: com’è organizzato il suo allenamento tra sci di fondo e carabina?
«Diciamo sessanta per cento sci di fondo e quaranta tiro. L’allenamento è molto impegnativo, perché non ti limiti a fare due ore di corsa o di skiroll, ma ha anche le ore di tiro».
Quanto cambia tra l’allenamento e la gara il momento del tiro? La tensione aumenta le difficoltà?
«Sicuramente in gara è tutto diverso rispetto all’allenamento, dove non sei sotto pressione. Noi cerchiamo di ricrearla anche in allenamento, magari sfidandoci tra compagni di squadra, ma non è comunque la stessa cosa».
In un mondo ancora molto maschilista, tanti sono sorpresi di vedere una donna atleta, che spara anche con la carabina.
«Probabilmente non è una cosa che si vede tutti i giorni e so che in molti non ci sono abituati. Negli ultimi anni però bisogna dire che nello sport in generale è cambiato tutto, è molto più femminile e le donne sono accettate di più rispetto al passato, perché sta crescendo il numero di coloro che praticano sport rispetto a una volta».
Qualche tempo fa le venne anche proposto di posare per la copertina di playboy, ma rifiutò.
«Si, non l’ho fatto per due motivi. Innanzitutto non potrei, perché sono una finanziera. Inoltre non mi sentirei a mio agio in quel contesto».
A maggio del 2015 si è sposata e dopo il matrimonio ha vissuto quella che per ora è la miglior stagione della sua carriera. Cos’è cambiato dopo aver sposato Stefano Corradini?
«Il matrimonio mi ha dato una maggiore sicurezza, perché noi atleti giriamo tanto e se hai un punto di riferimento e una persona di cui puoi fidarti a casa, tutto migliora. Questo perché se hai problemi a casa, quando sei in giro non sei tranquilla».
Ha 26 anni ed è sposata: sta pensando di avere un figlio in futuro?
«Si, ma arriverà soltanto a fine carriera, perché vedo altre atlete che fanno un figlio e continuano a gareggiare, che lo portano in giro con loro o lo lasciano a casa e secondo me questo non fa bene al bambino. Inoltre rischierei di non essere concentrata sulla gara, perché come potrei affrontare al meglio la gara se magari quel giorno mio figlio sta male? Inoltre vorrei godermi la sua infanzia».
Dorothea Wierer si racconta dopo la sua stagione d’oro: “Sono felice per i miei risultati e ora voglio migliorarmi ancora”

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